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 Presentazione dell’ opera " Crocifisso "






§ Prof.ssa   Gabriella Izzi Benedetti 

(presidente della Società Vastese di Storia Patria)


§  Prof.  Tito Spinelli












Cesare Giuliani: Crocifisso 







Siamo lieti di presentare ai soci e al pubblico vastese l’ultima opera del Maestro Cesare Giuliani, il cui percorso artistico è ricco di passaggi evolutivi, che lo hanno condotto verso una  maturità espressiva d’innegabile pregio. E questo straordinario Cristo crocifisso sta a confermarlo. L’artista,  avvicinandosi progressivamente e quasi totalmente al sacro,  ha accentuato il modo del tutto individuale di intendere l’arte, come  ricerca di forme e contenuti liberi da condizionamenti storici. Infatti,  se in lui c’è il recupero di valori culturali del passato, della tradizione classica, non si tratta di sovrapposizione o imitazione, bensì di personale metabolizzazione, di esigenza descrittiva; proiezione della pittura tradizionale verso un tessuto modernamente inteso. Certamente egli ha assorbito la grande pittura del Rinascimento e la ricerca formale sembra divenire quasi un assunto morale, come se attraverso la forma egli  riuscisse a imprimere al soggetto un realismo che  regala all’insieme un soffio di vita. Non a caso troviamo nell’artista grande attenzione alla volumetria;  la sua tecnica  utilizza gli effetti chiaroscurali per determinare una più decisa plasticità. Da questa tela in specifico, raffinata ed essenziale, scaturisce  la palpabilità della sofferenza e della sua sublimazione. Una sintesi sottolineata dalla stesura cromatica che accentua in modo scultoreo la figura del Cristo, ne tesse lo strazio fisico con pennellate rapide e taglienti, ne accentua la solitudine attraverso uno sfondo drammaticamente monocromatico.Nella produzione pittorica dell’artista  non esiste la retorica dei sentimenti; e in questo dipinto in particolare egli  sembra inseguire, attraverso linee  essenziali, la sublimazione del dolore; una proiezione tragica e insieme idealizzata che la resa volumetrica del dipinto rende più incisiva. Cesare Giuliani, che dalla natia Aquila si è trasferito stabilmente a Vasto,  ha arricchito la nostra città di una voce importante sul piano culturale . 


                                                                                                                                                         


                                                                                                                                                                                   Gabriella Izzi Benedetti





                 







Cristo Crocifisso





Nel lungo itinerario pittorico , approntato con gli strumenti della fede e con quelli dell’arte, Cesare Giuliani non poteva non pervenire al punto cardinale  della Passio  Christi : la Crocifissione . Approdo consequenziale della sua indole in cui la componente sacrale configura l’acuta percezione informativa sul piano d’un rendiconto iconografico circa le molteplici risoluzioni dello stesso soggetto, tanto da costituire un prestigioso patrimonio culturale nel corso dei secoli. Rispetto ad esiti talora inconsueti,tratti da diramazioni delle diverse scuole figurative,il pittore vastese ha preferito una nomenclatura nella quale il protagonismo di Gesù diventa assoluto per spoliazione di elementi aggiuntivi con attorno uno sfondo più concettuale che coloristico e che assiepa il  Trapassato divino e umano. L’artista offre Gesù inchiodato sulla croce con postura lievemente asimmetrica,dalla testa reclinata e quasi immersa nella placidezza di un sonno ordinario; di contro le avvisaglie storiche del martirio,ovvero le macchie di sangue alle mani, ai piedi, al costato e sulla fronte. L’intera figura, notevole per imposizione strutturale (200x120 cm), sembra non rilevare visibili trazioni; il sostegno ligneo scarta il congegno del suppliziato, ravvisa invece una nozione immateriale che intende predisporre l’evento nel suo tragico epilogo, per cui l’apparecchiatura mortuaria sembra in simbiosi col condannato, ne sostiene il peso con leggerezza e ne espone la carne con labili tracce di inflizioni da parte dei carnefici. Nondimeno il tutto,nel sunto dell’osservazione persino fugace, si circonfonde di un monito perentorio, tanto che si può ritenere che Gesù assuma la croce, non la subisce. Nella sua tonalità cromatica, in cui l’epidermide pare raccogliersi in estrema testimonianza terrena, il Cristo di Giuliani è quello della remissione di ogni stortura, dislocato nelle membra ma non nello spirito che Gli sopravvive. La tensione muscolare e l’intreccio delle giunture ignorano perciò ogni sussulto agonico, l’oltre ne rilassa il corpo. Ed è in tale caratteristica che l’offerta pittorica del Crocifisso si rivela al credente, nella sua quasi incorporea traslazione, come anticipazione epifanica, in pari tempo di profeta pacificato e di sublime sovvertitore.


                                                                                                                                                                   ____ ________________Tito Spinelli

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